giovedì 17 aprile 2008

Céline nelle riviste della destra



Riportiamo qualche brano di alcuni articoli su L.-F. Céline apparsi su "La voce della fogna" e "Diorama letterario" negli anni '70.

Pacifista, anarchico, fascista, ribelle. Il Céline discusso o discutibile, in queste pagine c’ è tutto. [… ] E il dono insuperabile della fotografia degli animi, degli uomini, delle ideologie. «Ciò che seduce nel Comunismo, il suo vero immenso vantaggio, è che ci smaschera l’Uomo, finalmente! Gli toglierà via “ ogni scusa” . Sono secoli che ci piglia in giro, lui, con i suoi istinti, le sofferenze, le mirifiche intenzioni». «Il programma del Comunismo? Malgrado le smentite: completamente materialista! [… ] Abbuffarsi! Guardate il muso del grosso Marx abbuffato! Il popolo è sovrano! Il Sovrano fa la fame!». [… ] Perché un Céline ancor più in collera del solito, in pieno sacrilegio al ritorno dalla Russia – paradiso – promesso – dei – Sovietici, non è merce da tutti i giorni.
(«La Voce della Fogna», Mea Culpa, n. 5, maggio 1975)

[… ] Nord, l’ ultimo romanzo di Louis Ferdinand Céline pubblicato da Einaudi, si sta affermandosi come il successo numero uno della narrativa riscoperta del 1976. [… ] Céline, dunque, il “ folle” , il “ fascista” , il “ ribelle” e chi più ne ha più ne metta, si stampa e si vende. E sono i più grossi nomi dell’ editoria italiana antifascista a mettere in circolazione i titoli: cominciò Bompiani, [… ] hanno proseguito Garzanti [… ], Longanesi [… ], Valecchi [… ], e soprattutto Einaudi. [… ] Insomma un boom. Ma quali ne sono state le cause? E quali i limiti d’ espansione? Dopo anni d’ imbarazzato silenzio hanno iniziato a chiederselo anche i settimanali che “ fanno opinione” . Ma senza dare una risposta: la scomodità dell’ autore induce all’ enigma. [… ] Il successo dei titoli della trilogia idillica induce a pensare che il Céline che sfonda sia quello che imbarazza, che scopre le carte, che pesta i piedi a tutti. Piace, in tempi di conformismo pilotato, scoprire “ l’ altra parte” : una barricata sconosciuta fatta non di ragioni ma d’ impulsi, di sentimenti, di necessità. [… ] La guerra, le cricche di potere, l’ odio fratricida, le congiure, le utopie. Tutto rifulge nella sua essenza vera e bizzarra: il pacifismo degli assassini, il populismo delle aristocrazie degenerate. E, sullo sfondo il conflitto dell’ uomo con il mondo. Un tema, insomma, non certo “ di sinistra” : eppure con Céline la sinistra italiana ha tentato la prima carta del recupero.
(«Diorama Letterario», Marco Tarchi, n. 1, ottobre 1976)

E veniamo a Bagatelle, il profluvio antisemita. Un’ apologia del genocidio? Si disperino i mitomani: No: L’ ebreo da “massacrare” , per Céline, non è fuori alla luce del sole, ma è in noi. È lo spirito di veglia dell’ istinto sordido, dell’ accomodamento, dell’ intrallazzo. È, anche, la tela di ragno del potere occulto ma non troppo, è un anticipo delle multinazionali, è la ridda dei “ gruppi di pressione” . È l’ uomo ingannato, eterodiretto [… ]. “ Se un giorno in Francia si costituisse una lega antisemita, il Presidente, il Segretario e il Tesoriere sarebbero ebrei” . E bravo Céline: hai messo i piedi nel piatto. E se chi legge imparasse, la speranza di slevantizzare noi stessi potrebbe ancora far capolino…

(«La Voce della Fogna», n 13, aprile 1977)

Da «La voce della fogna» di Stefania Pase.

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